Da giovane sognavo di diventare direttore d’orchestra. Quando lo dissi a mio padre, mi rispose che anche lui da piccolo voleva fare il Papa.
Nella sua visione della vita, per guadagnarmi da vivere avrei dovuto lasciar perdere i sogni e prepararmi per andare a lavorare nell’azienda che aveva creato con mia madre. Venendo a patti con la sua visione, ho studiato lingue straniere, coltivando nel contempo la passione per la musica classica, in particolare orchestrale, attraverso il pianoforte e i dischi che la nascente azienda di famiglia mi permetteva di procurarmi.
Studiare lingue ha arricchito il mio bagaglio di esperienze, permettendomi di vivere all’estero (in Estonia e in Russia), di approfondire la semiotica, il marketing e la comunicazione e di scoprire la letteratura (russa in particolare) e la spiritualità (scoprendo i libri di Gurdjeff).
Nel 2010, finiti gli studi universitari, sono entrato nell’azienda di famiglia e ho iniziato parallelamente a seguire corsi di teatro, grazie ai quali ho potuto approfondire la spiritualità da una prospettiva corporea e poetica.
Ho esplorato il Reiki, il Tantra e le Danze africane, avvicinandomi alla cultura sciamanica e animista grazie allo sciamano togolese Calixte Hountondji. Parallelamente, con Marina Giazzi, mi sono avvicinato a pratiche esoteriche come l’alchimia, la spagiria e l’astrologia, i tarocchi e le costellazioni famigliari.
Nel 2016 ho frequentato il Master in Culture Simboliche per le professioni della cura, della formazione e dell’arte, organizzato dal dipartimento di Formazione dell’Università di Milano Bicocca. Grazie a questa esperienza, ho appreso il metodo sviluppato dalla Pedagogia Immaginale e ho scoperto la Psicologia Archetipica di James Hillman.
Nel 2020 l’interesse per l’Astrologia Archetipica mi ha portato a scoprire e diventare Practicant del metodo “Archetipi al lavoro” TM grazie al training messo a punto da Laurence Hillman (figlio di James) e Richard Olivier, fondatore di Mythodrama (società di consulenza britannica che unisce coaching e tecniche teatrali).
Nel 2021, infine, ho completato la formazione per diventare Life Coach Immaginale presso la Imaginal Academy di Selene Calloni Williams, che unisce pratiche di guarigione sciamanica e psicologia archetipica e immaginale.
Da allora aiuto giovani, artisti e professionisti a ritrovare la propria natura autentica e realizzare i propri obiettivi personali e professionali, unendo l’esperienza acquisita in campo aziendale con pratiche nuove e insolite, provenienti dal mondo dell’arte e della spiritualità.
Quando l’arte smette di essere presa alla lettera e diventa simbolo di creatività, verità e passione, diventa uno strumento dell’Anima che unisce materia e spirito, visibile e invisibile.
L’esperienza acquisita nella vita mi ha insegnato che unire la materia e lo spirito sia un modo per non doversi ritirare in un eremo per fuggire dal mondo.
Il consumismo e il materialismo sono diventati i nuovi paradigmi sociali, gli spiriti dominanti della nostra epoca storica. La materia è diventata non solo oggetto di consumo (per stabilire un contatto con il mondo) ma anche di culto (i più credono solo in ciò che si vede ed è tangibile).
Il simbolo, al contrario, ha sempre una parte visibile, che si manifesta come immagine, e una invisibile, sacra, divina. Nella nostra cultura è ciò che permette di unire ciò che è separato: i saperi e le discipline, l’arte e i mestieri (che nel rinascimento erano sinonimi), la leadership e il teatro, il management e la spiritualità, il lavoro e la famiglia, la scienza e la religione.
Nel mio percorso di vita l’orchestra è diventata il simbolo di ogni organizzazione, società, famiglia, gruppo di lavoro, e persino della grande comunità che è la nostra anima, popolata da voci invisibili che si riflettono nel mondo esterno. Tali voci sono i nostri dei, le dee, gli archetipi della nostra vita, e come gli strumenti di un’orchestra chiedono di essere ascoltate, sentite e tenute in considerazione quando ci parlano e ci consigliano (da qui l’espressione “ben temperate”).
Il simbolo mi ha aiutato a creare un ponte tra il sogno di diventare direttore d’orchestra e le influenze famigliari e sociali, che rendevano difficile diventarlo. Mettendo in collegamento mondi diversi (quello aziendale, artistico e spirituale) sono diventato “qualcuno che crea ponti”, che è uno dei significati di Pontifex.