I figli di Claudio
Abbado confessava di sentirsi, in fondo al cuore, “un giardiniere“: letteralmente, piantando migliaia di alberi per il pianeta, e metaforicamente, dando la possibilità a molti giovani di accedere alla propria anima attraverso la musica, contribuendo a rendere il pianeta un giardino più bello e migliore.
Dopo aver diretto le più prestigiose orchestre di professionisti a livello mondiale, fonda diverse orchestre giovanili e si impegna per dare un futuro a tanti giovani attraverso la musica, anche in condizioni economicamente difficili come il Venezuela.
Oltre agli alberi di Tel Aviv, Abbado chiede al Comune di Milano un cachet “in natura” per dirigere un concerto al Teatro alla Scala: piantare 90mila alberi.
L’abbraccio della primavera (Leonard Bernstein)
Alcuni direttori d’orchestra traggono dalla natura stimoli per ispirare allievi e appassionare giovani orchestrali, avvicinandoli simultaneamente alla musica e alla loro natura profonda.
Leonard Bernstein organizza le prove orchestrali con i propri giovani allievi in un ex granaio circondato da campi e pascoli di mucche; all’inizio delle prove ricorda ai musicisti che la musica che stanno per suonare (la Sagra della Primavera di Stravinskij) ha a che fare con gli odori e le immagini “là fuori”. Nel corso delle prove, in un excursus, invita i giovani a sentire l’abbraccio della primavera stendendosi sull’erba o abbracciando un albero.
L’insegnamento è un tema caro a Bernstein, che ad esso dedica un documentario (“Teaching and teachers”); gli allievi che vi prendono parte (in particolare e Krystian Zimermann) testimoniano la capacità del direttore di essere fedele al proprio vissuto emotivo in ogni circostanza. Il direttore Seiji Ozawa nota come la qualità della sua didattica fosse la medesima, sia che stesse dirigendo un’orchestra di fama mondiale sia che fosse alle prese con un’orchestra giovanile come quelle del Festival di Tanglewood o dello Schlewig Holstein tedesco, che frequentava puntualmente d’estate (Stravinskij e Shostakovich). L’irriverenza dello stile di Bernstein maestro (“siete troppo ben educati” dice ai giovani in un passaggio) è spiazzante. Infine la passione che Bernstein trasmette in una prova (Schumann) a pochi mesi dalla morte è toccante.
Tu sei la musica (Sergiu Celibidache)
La ricerca estetica e spirituale di Sergiu Celibidache (1912-1996) si alimentava della speranza di accedere, attraverso l’arte, a una dimensione eterna e fuori dal tempo. Le immagini del film giardino di Celibidache (girato tra l’altro dal figlio regista) condividono lo stesso respiro delle esecuzioni e delle prove dei concerti del direttore d’orchestra.
Celibidache sceglie di tramandare la sua esperienza attraverso l’insegnamento anziché scrivendo libri. Nel proprio casolare di campagna, in Francia, insegnava ai propri allievi a percepire la profonda connessione tra l’evento sonoro musicale e la sfera affettiva. In un’occasione, immortalata nel film, dice a un allievo: “Tu sei la musica”.
Il giardino di Celibidache
L’anima è un giardino (James Hillman)
Infine, un video del filosofo e psicologo James Hillman sull’analogia fra natura e anima (“psyche” in greco).
Hillman e il giardino del mondo