A conversazione con Laurence Hillman
Traduco un’imponente intervista tra Ray Grasse e Laurence Hillman, pubblicata inizialmente in The mountain Astrologer e ripubblicata qui da Ray Grasse il 9 maggio 2019
Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori: essi hanno le loro uscite e le loro entrate; e una stessa persona, nella sua vita, rappresenta diverse parti.
William Shakespeare
RG: Hai parlato di teatro, poco fa. So che hai condotto seminari con Richard Olivier, figlio di Laurence, e anche con Mark Rylance, sul palcoscenico del Globe Theater di Shakespeare a Londra, dove hai mischiato il teatro con l’astrologia. Puoi dire qualcosa di quest’esperienza?
LH: L’astrologia è un linguaggio straordinariamente ricco e complicato. Come astrologi, possiamo vomitare informazioni addosso alla gente usando un gergo pieno di significati, oppure spiegare quello che facciamo in termini che le persone possano comprendere. Ovviamente, io preferisco la seconda opzione, per questo volevo una metafora per trasferire la complessità di ciò che faccio in un linguaggio chiaro e gestibile.
Per decenni ho testato diverse metafore e modi di visualizzazione, e ho finito per scegliere l’immaginario teatrale come un modo per presentare l’astrologia archetipica ai miei clienti in appena pochi minuti. Inizio le mie letture con l’immagine dell’oroscopo, che è un palco circolare dove i pianeti svolgono uno spettacolo, un dramma, e ciascuno di essi è un personaggio archetipico che interpreta un ruolo. È come se i corpi celesti scendessero sul palcoscenico interiore al momento della nascita di qualcuno, e noi fotografassimo l’istantanea di questo momento dall’alto, congelandolo nel tempo. Gli aspetti ci dicono chi sta discutendo con chi, chi sta baciando chi, e così via.
C’è una storia che si dipana in ogni tema natale, come ce ne è una in ogni opera teatrale.
I pianeti sono il chi, gli aspetti sono il cosa, i segni sono il come e le case sono il dove.
Ovviamente, l’idea di mettere insieme astrologia e teatro non è nuova. C’è attualmente una branca dell’astrologia chiamata Astrologia Esperienziale, o AstroDramma, e anche io uso alcune delle loro tecniche nei miei seminari. Ma mettere insieme astrologia e teatro è un’idea che risale a molti secoli fa. L’applicazione di queste idee si è resa evidente quando fui invitato a lavorare da un punto di vista archetipico su alcuni testi di Shakespeare, che contenevano idee astrologiche.
Oltre al riferimento ovvio agli “Innamorati ostacolati dalle stelle” in Romeo e Giulietta, c’è quel passo adorabile in “Come vi pare” dove Beatrice dice: “Una stella ha danzato e sotto di essa io sono nata”. O, in “Tutto è bene ciò che finisce bene”, Helena dice: “… Avresti dovuto nascere sotto Marte”. Il fatto è che, per poter apprezzare degnamente Shakespeare, è necessaria una base di conoscenze astrologiche.
RG: Nel contesto di un workshop, quali sono alcuni dei modi in cui puoi sviluppare e lavorare con tali connessioni?
LH: Da un punto di vista archetipico, possiamo farci domande come: “Come potrebbe apparire in scena un Enrico V gioviale, rispetto a uno marziale o saturnino?” Questo era particolarmente divertente quando lavoravamo con gli attori che partecipavano al gruppo. Esercizi del genere aiutano nel dare alle persone una comprensione immediata delle qualità archetipiche dei diversi pianeti.
Lo stesso approccio all’immaginazione è servito da sfondo nel mio libro, “Pianeti in scena” (ndt, “Planets in Play”), e simultaneamente ho amplificato questi principi in una serie di diapositive, montate con suoni e musica, che illustravano gli archetipi astrologici primari. Faccio uso di essi ogni volta che insegno, e li ho anche postati sul mio sito web come un’altra modalità per aiutare le persone a usare gli archetipi nella loro vita.
Mi piace creare infografiche per stimolare l’immaginazione; al momento, una delle ragioni per cui ho frequentato la scuola di architettura è che ero attratto dalla forma e dallo spazio. Ho sempre avuto immagini e idee nella mia testa che volevo condividere con gli altri, e cercare nuovi modi per rendere visibili le cose mi ha sempre ispirato. Lo trovo arricchente,. Fino a quando non vedi Venere in una mousse al cioccolato, credo che stai perdendo la vera essenza!
RG: Hai menzionato di alcuni indizi relativi all’unione tra astrologia e teatro nel corso della storia, il che di per sè è un argomento affascinante. Negli anni, gli studiosi hanno parlato di come le radici del teatro moderno possano essere rintracciate nei drammi religiosi e nei rituali dei tempi antichi, risalendo fino agli abitanti delle caverne. Io penso tuttavia che si possa argomentare sul fatto che pressoché tutti i rituali delle principali religioni della storia – siano essi Hindu, Egizi, o Cristiani – erano rituali astrologici, un prototipo di “astro-dramma”, dato che davano espressione alle energie stagionali o planetarie del tempo. Guarda per esempio il Natale, e come esso era associato con il solstizio d’inverno e le prime celebrazioni del ritorno del Sole dopo il punto più buio dell’anno.
LH: La consapevolezza delle scansioni del tempo celesti è parte integrante della società da millenni, nonostante normalmente non ce ne accorgiamo. E aggiungerei che, nei tempi antichi, la sola cosa prevedibile al 100% era il movimento ciclico dei corpi celesti, in particolare il Sole e la Luna. L’unica cosa che le persone sapevano per certo era che Marte sarebbe tornato in quel punto del cielo, o che i giorni avrebbero iniziato a diventare più lunghi a un certo momento. Quindi, tutto l’ordine, tutta la struttura, tutti i calendari erano davvero organizzati intorno ai movimenti planetari, e lo erano i rituali, gli anniversari e le celebrazioni.
In un mondo straordinariamente imprevedibile, il fatto che ci fosse un certo ordine costituiva un fattore enorme nella comprensione del mondo. In quel modo, noi organizzavamo il tempo; il senso della struttura Saturnino ci è arrivato seguendo i pianeti. E tutti questi rituali e celebrazioni erano un modo di organizzare il nostro mondo, oltre che un modo di allineare noi stessi con quei grandi cicli.
RG: Aggiungerei che l’astrologia emerse dal sentire che ciascuno di quei cicli e punti celesti avevano il proprio, unico, significato, laddove i rituali e le celebrazioni erano designati proprio per onorare, forse persino sfruttare, quelle proprietà distinte.
LH: Esatto. Esso portò significato nelle nostre vite, non solo organizzando il nostro lavoro, ma anche allineando le nostre vite con il significato del cosmo. Questo è persino riconosciuto in un’opera come l’“Ecclesiaste”, nel capitolo 2, verso 3, che parla di come ci sia un tempo per seminare, un tempo per danzare, un tempo per amare, e così via. Momenti diversi sono migliori per alcune cose rispetto ad altri. Respons-abilità (rispond-abilità, ndt) significa rispondere a ciò che sta accadendo.
Credo che gli antichi avessero un’idea più sottile del tempo rispetto alla nostra. Per esempio, i Greci distinguevano tra chronos e kairos, e io tradurrei questo nella differenza tra quantità e qualità del tempo. La prima di esse è facile perché riguarda come tipicamente pensiamo al tempo, misurato quantitativamente: “Ho poco tempo o tanto tempo”.
L’idea di kairos è molto più sottile. Implica che ci sono diversi tipi di tempo, che il tempo ha una qualità particolare. Abbiamo ancora delle reminiscenze di quest’idea nel nostro linguaggio quando diciamo: “Questo non è un buon momento per me”. È un giudizio sulla qualità del momento in cui ci troviamo. In nuce, l’astrologia è uno strumento per misurare e descrivere la qualità del tempo. Più sappiamo sulla qualità di un momento, meglio possiamo decidere quali archetipi vogliamo esprimere a quel punto. Gli osservatori del cielo antichi erano finemente sintonizzati sulle qualità dei periodi contraddistinti dai pianeti.
RG: Parlando di qualità del tempo – e di questo momento (giugno 2010), siamo nel bel mezzo di alcuni movimenti planetari molto potenti, specialmente la doppia quadratura emergente tra Urano, Saturno e Plutone. Sono curioso di conoscere la tua opinione di quel che sta avvenendo sul palcoscenico globale in questo preciso momento.
LH: Prima di tutto, la cosa meravigliosa dell’astrologia mondana (la brana dell’astrologia che studia i trend storici) è il fatto che aiuti a spiegare qualsiasi cosa avvenga nei notiziari. Ed è molto rassicurante, perché l’unica cosa certa riguardo ai transiti è la loro data di scadenza, il loro ciclo di vita, per così dire. Questo è un concetto chiave, perché ci dice “anche questo passerà”.
Questa transitorietà è parte naturale del ciclo naturale dell’esistenza. Dopo tutto, li chiamiamo “transiti”, non è così?
Ma per quanto riguarda la doppia quadratura, dato che Plutone è il punto cruciale della configurazione attuale, questo periodo vede l’emergere di Plutone in qualche nuovo modo – una nuova consapevolezza di quello che chiamiamo “oscuro femminino”. Siamo collettivamente inorriditi vedendo sanguinare Madre Terra nella sua smisurata forza – e con questo intendo le recenti devastazioni a causa di terremoti, incidenti nelle miniere, e ovviamente le fuoriuscite di petrolio nel Golfo del Messico. A qualche livello, persino Madre Terra non ce la farà più, e Plutone è il suo messaggero.
Non credo che la Terra stia volgendo al termine; questa è un’idea che esiste da quando l’uomo è sulla terra – la fantasia della fine dei tempi. Ma c’è un costante campanello d’allarme che ci dice che dobbiamo cambiare il modo in cui vediamo e usiamo le risorse naturali della Terra. Questo riguarda il prendere parte all’oscuro femminino, lo yin nel mondo.
Plutone ci sta chiedendo: dove è situato il tuo “buco” più profondo, e con cosa stai cercando di riempirlo? Collettivamente, in questo periodo storico stiamo andando verso un livello di profondità in cui le persone devono diventare consapevoli delle loro paure psicologiche più profonde. Per esempio, se si sottopongono a un intervento di chirurgia plastica, forse è la loro paura della morte. Cosa stai davvero cercando di coprire? Se consumi cose, se riempi il tuo tempo con il lavoro, conversazioni telefoniche, messaggi di testo e così via, cosa hai davvero paura che possa succedere nel calmo silenzio che Plutone offre?
Sta anche emergendo lentamente la presa di coscienza che i pilastri del sapere tradizionale – scienza, religione, giustizia, e persino il capitalismo – non funzionano più. Ci stiamo accorgendo che questi pilastri non sono fatti di pietra, ma di legno. Da mesi a questa parte, gli scienziati non sono stati in grado di aggiustare le perdite di petrolio nel Golfo; la religione non offre risposte per un numero crescente di persone; la “giustizia per tutti” sembra sempre più lontana; e anche il capitalismo stesso non sembra più così roseo a questo punto. Sento Plutone come le termiti che erodono queste colonne di legno del nostro tempio. È molto lento e spaventoso – e non ci rendiamo conto di quanto è stato eroso fino a quando il tetto ci è praticamente caduto in testa.
Questi tempi sono una sfida, certo, ma offrono anche enormi possibilità.
RG: L’argomento del tuo primo libro (scritto a quattro mani con Donna Spencer) era i Nodi Lunari. Se l’oroscopo rivela i diversi personaggi sul palcoscenico interiore di una persona, dove si inserisce il Nodo Nord in questo contesto?
LH: Prima di tutto, definisco la personalità come la somma totale di tutte queste parti di cui abbiamo parlato, ma distinta dalla personalità c’è quella che io chiamo l’anima. L’anima usa la personalità per fare esperienza di certe cose in questa vita. È immortale e viaggia attraverso molte vite. Ho usato l’immagine di una linea ferroviaria infinita per illustrare questo viaggio. Questa rotaia viene da qualche luogo e va in qualche altro luogo. Il Nodo Sud è da dove veniamo, il luogo dove hai già accumulato un mucchio di diplomi e attestati. È una zona di comfort dove ti piace stare semplicemente perché la conosci.
Ma il Nodo Nord è dove quella rotaia è diretta, verso un luogo di nuovo apprendimento. La Casa in cui è posizionato il Nodo Nord è molto più importante del segno, perché la casa racconta il dove, mentre il segno ha a che fare con il come.
Per me, il Nodo Nord è un’area della vita che sei venuto qui a conoscere meglio. L’idea è tanto semplice come appare e tanto complicata e ricca come in effetti è. Si tratta di venire a conoscere meglio la vita.
RG: “A conoscere meglio la vita” – con quale scopo? A cosa siamo chiamati?
LH: quando dico “venire a conoscere meglio la vita”, parlo di diventare più soddisfatti emotivamente, focalizzati mentalmente, e più allineati spiritualmente. In mancanza di termini migliori, si tratta di muoversi verso un senso di felicità generale. Ma in un senso più ampio, i nodi lunari hanno a che fare con la nozione di reincarnazione e l’idea che ci sia una direzione in cui stiamo andando, situata a livello dell’anima e non basata sulla personalità. Quando ci sentiamo particolarmente sperduti, la soluzione non viene mai dalla nostra personalità, che raramente vede il quadro d’insieme.
Certamente, le persone quasi sempre cercano di risolvere i loro problemi dalla prospettiva della personalità; questo è quello che si fa in terapia, questo è quello che si fa in qualsiasi tipo di processo auto-esplorativo. Ma il dono dell’astrologia è che ci può portare fuori dalla personalità, fuori dalla storia personale, fuori dal tema natale stesso e in una direzione più esoterica e spirituale. Segui il Nodo Nord giallo! (ride)
RG: Puoi fornire un esempio specifico di questo, dalla tua esperienza?
LH: Okay, questo è un esempio tratto dal libro (Alignments). Charlie era un manager di mezza età che venne da me molti anni fa perché “voleva cambiare un po’ le cose”. Il suo Nodo Nord era nella quinta casa. Prima che arrivasse, mi ricordo di essermi chiesto come avrebbe potuto esprimere il suo lato creativo. Essendo il suo Nodo Nord in Toro, ho pensato che forse i suoi obiettivi creativi potevano essere sia artistici che pratici.
Charlie arrivò con un aspetto estremamente dimesso e mi fornì molte più informazioni di quante gliene chiedessi. Si lamentava delle sue responsabilità apparentemente infinite – i suoi colleghi, la sua moglie esigente, i figli all’università. Gli chiesi: “Charlie, se non avessi responsabilità e potessi fare quello che vuoi, cosa faresti?” Guardò il pavimento, sospirando amaramente questa volta, e disse tranquillo: “Mi dedicherei alla scultura”.
Il luogo in cui Charlie si sentiva a proprio agio e spendeva la maggior parte del proprio tempo era l’undicesima casa – l’azienda, il gruppo, la Grande Idea, aiutare gli altri a fare bene. Non stava riservando particolare attenzione alla bussola della sua anima, e questo era incredibilmente doloroso per lui.
RG: Se il Nodo Nord conduce davvero a un punto di maggiore felicità, chiunque dovrebbe chiedersi perché non siamo automaticamente spinti in quella direzione. È quasi come se avessimo delle resistenze a seguire la nostra chiamata.
LH: Ci sono due cose riguardo la chiamata che sono cruciali. La prima è che nessuno vuole davvero seguirla! Devo ancora incontrare qualcuno che saltelli gioiosamente verso la propria chiamata, e ciò nell’ipotesi che non ci siano pianeti “seduti” sull’asse nodale, il che cambierebbe considerevolmente il quadro d’insieme. Nessuno vuole realizzarla perché la chiamata ha molte differenze dagli attori sulla scena.
Diversamente dai pianeti, il Nodo Nord non ha maturato interessi; è semplicemente un posto che sta lì, come una destinazione su una mappa, e il tuo scopo nella vita, a livello dell’anima, è di esplorarlo. Se, per esempio, scopri che la tua chiamata sia andare a Parigi, potresti dire: “No, non mi piacciono particolarmente i francesi, quindi non ci andrò”, o potresti passare la tua intera vita a studiare la lingua, la cultura, e non andarci mai. Ma la chiave è che Parigi non è importante in nessun caso, perché Parigi è solo un luogo.
Non puoi ignorare i tuoi personaggi interiori, i pianeti, ma ho visto molte persone nella mia esperienza che sono completamente disconnesse dalla loro chiamata. Potrebbero desiderare di andarci – questo è diverso. Ma solitamente si siedono nella loro zona di comfort, come indicato nel Nodo Sud e nella casa in cui è , solo perché questo è ciò che conoscono già.
La seconda cosa che ho imparato sul Nodo Nord è che esplorarlo è un processo che dura tutta la vita. In altre parole, il giorno in cui dici: “Ho compreso veramente e completamente Parigi”, è il giorno in cui puoi chiudere i tuoi occhi e smettere di respirare, perché hai fatto il tuo dovere in questa vita. Il fatto che sei vivo significa che non ci sei ancora arrivato. L’esplorazione del tuo Nodo Nord non è qualcosa che fai quando hai 19 anni, e di cui prendi un certificato e poi sei a posto con esso. È un compito che dura tutta la vita.